Sono ore di grande tensione in casa dell'Aquilone. Per la seconda volta nella stagione il tecnico uruguaiano ha mancato di diramare la formazione ufficiale; dall'ufficio di Presidenza di Lega è già arrivata per posta prioritaria una raccomandata che notifica la multa di 10 milioni e la penalizzazione di un punto in classifica. Il Patron Meliadò, che all'inizio di quest'anno ha abbandonato la presidenza, è andato su tutte le furie, è tornato in sede ed ha tenuto a rapporto per 3 lunghissimi giorni il quartier generale della società. La sala stampa è gremita di giornalisti dalle cinque del mattino di oggi e ad inizio conferenza stampa l'aria è pesantissima.
Esordice il Patrono: "sono abituato a valutare gli uomini e non i risultati. Recoba resta alla guida del gruppo. Come ci insegna il grande Gianni Morandi, nei momenti difficili bisogna stare uniti. Mi aspetto una reazione dal tecnico e dai giocatori. Ai tifosi dico che ci rialzeremo, con dignità e coraggio. Pagheremo le multe e saremo più forti delle penalizzazioni. Da alcuni colleghi abbiamo ricevuto un indegno sciacallaggio psicologico, morale e sportivo. Ma voglio approfittare di questa sede per ringraziare i presidenti Mercurio e Mangiola per le belle parole".
Recoba: "Mi assumo tutte le responsabilità per questo inizio difficile. Ma sarebbe troppo comodo adesso dimettermi e fuggire, io resto al timone durante la tempesta. Ammetto che in questi mesi, dinanzi alla lavagnetta della tattica, ho dubitato della verità del 3-4-3. Questa incertezza mi ha logorato. Ma sono pronto a ripartire. L'obiettivo resta lo scudetto. Da oggi comincia la risalita. A Pasqua punto ad essere davanti al Tramontana".