Sala gremita per la conferenza stampa conclusiva di mister Tramontana, che per il secondo anno consecutivo ha guidato la sua squadra alla conquista del triplete.
G: Mister, non ci sono parole per descrivere la sua squadra. Lei ne conosce qualcuna?
M: Grande personalità, tanta classe ed un grande cuore. Abbiamo lottato sempre, contro qualsiasi avversario e qualsiasi avversità. Abbiamo trascorso momenti delicati, ma con la forza e la grinta di sempre ci siamo ripresi e, con la sicurezza di chi sa di essere il migliore, abbiamo vinto tutto.
G: Sette trofei in 3 anni. Nessuno meglio di lei.
M: Stiamo scrivendo la storia di questa competizione. In tre anni abbiamo collezionato un secondo posto, 3 coppe di lega, 2 supercoppe e 2 scudetti. Sempre in testa, offrendo costantemente un gioco sapiente, tattico, incisivo.
G: Anche questa volta lo champagne che qualche suo collega stava per stappare, dovrà attendre. Ha qualcosa da dire al meliadò?
M: Il meliadò è stato bravo. Ha costruito un gruppo importante, con tanta classe. Forse la sua compagine pecca un pò in personalità. Lo si è visto nell'ultima partita. Le gambe hanno un pò tremato.
G: Qualcuno ipotizza che alcuni uomini importanti, come osvaldo e matri, per la pressione, abbiano finto un infortunio pur di non scendere in campo. Lei cosa ne pensa?
M: Non voglio rispondere a questa domanda. Io penso ai miei ragazzi, che sicuramente hanno dimostrato di non sentire il peso dele partite decisive. Il ritorno della semifinale di coppa ne è la più chiara dimostrazione.
G: Teme un calo di motivazioni nei suoi uomini più rappresentativi?
M: Dopo due anni di vittorie totali, le motivazioni vengono un pò meno, ma io sono certo che i miei ragazzi daranno tutto anche la prossima stagione. Abbiamo già in mente alcuni colpi per rinforzarci, soprattutto per rendere più completa la rosa in modo da risentire il meno possibile dei momenti di calo di alcuni giocatori.
G: Cosa non rifarebbe?
M: Forse la cessione di Palacio è stato un mio errore, ma il ragazzo aveva bisogno di maggiore continuità e con il nostro attacco non avrebbe trovato molto spazio. Ha rischiato di far vincere il meliadò, ma dal prossimo anno sarà uno dei tasselli fondamentali della nostra squadra.
G: Lei parla spesso della prossima stagione. Dunque siamo certi che rimarrà?
M: Io non mollo, voglio vincere tutto anche la prossima stagione. Sarà un'impresa titanica, ma con questi uomini andrei anche in guerra contro un esercito infinito.
G: Un giudizio sui suoi colleghi?
M: Il meliadò ci ha fatto soffrire. Costante e determinato. Ma la sua squadra è mancata nei momenti decisivi, il problema che si porta dietro da molte stagioni. Del pizzimenti preferisco non parlare. Il catalano ha fatto una grande stagione tra tante difficoltà, ma con la cessione di handavnovic ha trasmesso un messaggio di rassegnazione al terzo posto e questo ha spezzato gli entusiasmi della squadra. Il cicciarello ha mostrato le due facce. Bello e fortunato all'andata, deludente al ritorno. La squadra del mangiola è come la casa progettata da un architetto: bella ma fragile, molta estetica e poca struttura.
G: Le indiscrezioni la danno come favorito per il premio "Panchina europea dell'anno". Cosa ne pensa?
M: Preferisco il Pallone d'oro per Totò, che di anno in anno ci incanta con la sua enorme classe. Vi saluto e spero di ripetere questa conferenza anche il prossimo anno. Forza leoni, i soli campioni!
G: Mister, non ci sono parole per descrivere la sua squadra. Lei ne conosce qualcuna?
M: Grande personalità, tanta classe ed un grande cuore. Abbiamo lottato sempre, contro qualsiasi avversario e qualsiasi avversità. Abbiamo trascorso momenti delicati, ma con la forza e la grinta di sempre ci siamo ripresi e, con la sicurezza di chi sa di essere il migliore, abbiamo vinto tutto.
G: Sette trofei in 3 anni. Nessuno meglio di lei.
M: Stiamo scrivendo la storia di questa competizione. In tre anni abbiamo collezionato un secondo posto, 3 coppe di lega, 2 supercoppe e 2 scudetti. Sempre in testa, offrendo costantemente un gioco sapiente, tattico, incisivo.
G: Anche questa volta lo champagne che qualche suo collega stava per stappare, dovrà attendre. Ha qualcosa da dire al meliadò?
M: Il meliadò è stato bravo. Ha costruito un gruppo importante, con tanta classe. Forse la sua compagine pecca un pò in personalità. Lo si è visto nell'ultima partita. Le gambe hanno un pò tremato.
G: Qualcuno ipotizza che alcuni uomini importanti, come osvaldo e matri, per la pressione, abbiano finto un infortunio pur di non scendere in campo. Lei cosa ne pensa?
M: Non voglio rispondere a questa domanda. Io penso ai miei ragazzi, che sicuramente hanno dimostrato di non sentire il peso dele partite decisive. Il ritorno della semifinale di coppa ne è la più chiara dimostrazione.
G: Teme un calo di motivazioni nei suoi uomini più rappresentativi?
M: Dopo due anni di vittorie totali, le motivazioni vengono un pò meno, ma io sono certo che i miei ragazzi daranno tutto anche la prossima stagione. Abbiamo già in mente alcuni colpi per rinforzarci, soprattutto per rendere più completa la rosa in modo da risentire il meno possibile dei momenti di calo di alcuni giocatori.
G: Cosa non rifarebbe?
M: Forse la cessione di Palacio è stato un mio errore, ma il ragazzo aveva bisogno di maggiore continuità e con il nostro attacco non avrebbe trovato molto spazio. Ha rischiato di far vincere il meliadò, ma dal prossimo anno sarà uno dei tasselli fondamentali della nostra squadra.
G: Lei parla spesso della prossima stagione. Dunque siamo certi che rimarrà?
M: Io non mollo, voglio vincere tutto anche la prossima stagione. Sarà un'impresa titanica, ma con questi uomini andrei anche in guerra contro un esercito infinito.
G: Un giudizio sui suoi colleghi?
M: Il meliadò ci ha fatto soffrire. Costante e determinato. Ma la sua squadra è mancata nei momenti decisivi, il problema che si porta dietro da molte stagioni. Del pizzimenti preferisco non parlare. Il catalano ha fatto una grande stagione tra tante difficoltà, ma con la cessione di handavnovic ha trasmesso un messaggio di rassegnazione al terzo posto e questo ha spezzato gli entusiasmi della squadra. Il cicciarello ha mostrato le due facce. Bello e fortunato all'andata, deludente al ritorno. La squadra del mangiola è come la casa progettata da un architetto: bella ma fragile, molta estetica e poca struttura.
G: Le indiscrezioni la danno come favorito per il premio "Panchina europea dell'anno". Cosa ne pensa?
M: Preferisco il Pallone d'oro per Totò, che di anno in anno ci incanta con la sua enorme classe. Vi saluto e spero di ripetere questa conferenza anche il prossimo anno. Forza leoni, i soli campioni!